La Speranza non è in vendita - incontro con Don Luigi Ciotti

Parole crude e tenere quelle di Don Luigi Ciotti al Monastero San Magno nell’incontro svolto venerdì 28 febbraio scorso. Parole vive perché testimoni di gesti concreti, di vita autentica. Ad ascoltare le riflessioni di Don Luigi tantissime persone, forse un migliaio, venute da tutta la provincia, giovani e adulti uniti nella ricerca di percorsi di speranza.
Subito Don Luigi ci ricorda che la speranza ha bisogno di farsi progetto, ha bisogno di donne e uomini capaci di vivere la profezia del nostro tempo, che è semplicemente abitare il presente, e di abitarlo insieme perché “ogni esistenza è inscritta nel registro del possibile e cioè che è possibile il cambiamento, che è possibile ritrovare una strada che ridà dignità e libertà alle persone”.
Don Luigi ci esorta a camminare insieme, perché è sempre un noi che ci fa sperare e ci spinge a costruire un futuro più giusto ed equo.
La speranza per Don Luigi non è sentimento legato al fatalismo, ma si traduce in impegno dove la coscienza personale incrocia il "noi". La speranza “ha il volto dell’impegno, del camminare insieme”, ci suggerisce. Perche insieme è possibile costruire la strada delle opportunità e delle possibilità. La dimensione del noi ha sempre accompagnato la storia di Don Luigi che ha fatto della strada la sua Chiesa a partire dal Gruppo Abele, nelle strade di Torino, per giungere all’impegno di Libera, nata all'indomani della strage di Capaci e di via D'Amelio.
Le parole si incrociano con le persone, i volti, le ferite, i dolori, le speranze e la bellezza che le nostre comunità sanno offrire. I giovani chiedono speranza e si sentono derubati del futuro e Don Luigi ricorda con impeto i dati drammatici della disoccupazione giovanile e delle soglie di povertà delle famiglie che sono sempre più preoccupanti. E nella povertà si perde anche la libertà, perché chi è senza lavoro, senza casa, senza dignità non è libero. La denuncia fa spazio alla corresponsabilità: ciascuno è chiamato a fare la propria parte e a dare il proprio contributo perché una forma di peccato è anche l'indifferenza e la delega agli altri. Ricorda le recenti parole di Papa Francesco che invita chi ha di più a condividere con chi ha di meno, e in questa ridistribuzione costruire una società meno iniqua.
Certo, aggiunge, si attendono risposte dalla politica e dalle istituzioni ma non può mai mancare una partecipazione attiva di ciascuno. La politica deve fare la sua parte e anche in questo campo occorre distinguere tra chi è impegnato per il bene comune e chi per i beni personali. Cita Paolo VI che definì la politica la più alta ed esigente forma di carità perché la politica è il servizio per il bene comune. Per questo aggiunge che quando “la politica non risponde ai bisogni delle persone non è politica, è un’altra cosa”.
E i cristiani non possono vivere all'ombra di una zona grigia tra le parole che invocano giustizia e comportamenti che contraddicono le intenzioni. I cristiani devono essere capaci di saldare la terra con il cielo, fidarsi ed affidarsi a Dio ed impegnarsi in questa vita per il bene comune. Come cristiani e come cittadini indica due riferimenti essenziali: il Vangelo e la Costituzione su cui si poggia la nostra democrazia e la nostra libertà. Lo sguardo di Don Luigi, quasi una carezza, si volge verso uno degli agenti di polizia che lo accompagna e ricorda che per la libertà e la democrazia hanno sacrificato la vita tanti uomini delle istituzioni, poliziotti, carabinieri e magistrati. Un applauso intenso pieno di commozione e gratitudine si alza spontaneamente, lo stesso che accompagna poco dopo il ricordo di Don Peppino Diana - tra pochi giorni il ventennale del suo assassinio - e Don Cesare Boschin per il quale Libera continua a chiedere che siano riaperte le indagini. Perché, dice “non esiste giustizia senza ricerca della verità … e in Italia circa il settanta per cento dei familiari di vittime della mafia non conosce la verità o la conosce solo in parte”. Anche la Chiesa ha fatto la sua parte, nel mondo come nei territori locali, con sacerdoti che in prima linea hanno difeso la giustizia contro le mafie. E oggi ancor di più la Chiesa Profetica vede un riferimento autentico in Papa Francesco che ci chiama ad essere pastori nelle periferie e a volgere le attenzioni agli ultimi, ai poveri. Un papa - ci dice con semplicità don Luigi - che cerca di essere essenzialmente un cristiano, di vivere autenticamente il Vangelo. I gesti di Francesco rimandato sempre alla sobrietà e all'attenzione verso gli ultimi. Non poteva certo essere distante dalle tragedie del mediterraneo e dalle ferite di Lampedusa. Un Papa che ha avviato un processo di purificazione all'interno delle istituzioni ecclesiastiche e che ci esorta a vivere una Chiesa povera, sobria, aderente al Vangelo. La sintonia di Don Luigi con Papa Francesco non è dichiarata ma si percepisce dalla profondità con cui invita tutti a pregare per questo Papa, ricordando come lo Spirito abbia agito fin dal coraggioso e storico gesto di umiltà di Benedetto XVI e che accompagna il papato di Francesco. Ci racconta del suo incontro con Francesco, si sofferma su aneddoti che ci fanno intuire l'umanità di questo incontro senza entrare nei temi specifici, ma tutti comprendono quanto le migliaia di donne e uomini che si impegnano in Libera sentano la presenza spirituale ed umana di Francesco. Don Luigi ricorda le parole di Bergoglio sulla corruzione fin quando era vescovo. Dedica a questo passaggio una particolare attenzione citando testualmente alcuni passi dal libro "Guarire dalla corruzione" del Vescovo di Buenos Aires, che vede nella corruzione l'erba cattiva del nostro tempo che infesta la politica, l'economia, la società e minaccia anche la Chiesa; la corruzione è una ragnatela che tende a espandersi, imponendo complicità.
I percorsi di illegalità hanno incrociato anche i nostri territori, nella nostra provincia. In questi giorni Don Luigi e Libera sono presenti nelle nostre città, nelle scuole, nelle associazioni anche per ricordare che il 22 marzo a Latina sarà celebrata la giornata in ricordo delle vittime della mafia. Centinaia di familiari cammineranno per le vie del capoluogo testimoniando un impegno vero contro tutte le mafie, chiedendo che si possano avviare percorsi coerenti per arginare un fenomeno che è presente anche nelle nostre comunità, nella nostra economia. In modo netto Don Luigi afferma che anche nei nostri territori è forte la presenza di organizzazioni mafiose. E’ una presenza sotterranea, subdola ma che si insinua nell’economia reale, soprattutto in questa fase di crisi finanziaria. Oltre a saper cogliere le contraddizioni di una società che sempre più spesso lascia indietro chi è in difficoltà, a saper cogliere le sofferenze, le fatiche di chi non ce la fa Don Luigi ci esorta a non dimenticare le cose belle, importanti, positive che ci sono. "Noi cammineremo per la speranza per le vie di Latina il 22 marzo prossimo, per affetto, per stima, per riconoscenza, per quanti si sono impegnati, continuano ad impegnarsi e si mettono in gioco, per quanti qui amano, perché impegnarsi è un atto d’amore”.
“Radici di memoria, frutti di impegno”, questo il titolo della diciannovesima edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa dall'associazione Libera e Avviso Pubblico (il programma completo su www.libera.it) cui tutti siamo chiamati a partecipare il 22 marzo a Latina, per essere solidari con chi ha subito una grave ed ingiusta perdita ma soprattutto quale atto d’amore per le nostre terre.

Sandro Sposito


Febbraio è sempre stato il nostro inverno, il mese più freddo, più piovoso, più desideroso di stralci di sole e da cinque anni ospita la nostra festa d’inverno. Da calendario ci sarebbe dovuta essere quest’anno il 16 febbraio, in compagnia del nostro amico biblista Alberto Maggi. Purtroppo nè data nè Alberto potranno esserci. Le condizioni di salute di Alberto non gli permettono di fare viaggi lunghi. Lui stesso ci scrive: “caro Francesco auguri e grazie per le tue care e fraterne parole. Io mi trovo nella condizione di quelli che dicono <<Vorrei... ma non potrei..>> Mi trovo con un entusiasmo vitale ancora più grande di prima ma devo fare i conti con la fisicità diversa, non potrò essere con voi questa volta, vi abbraccio e so che mi comprenderete”. Non solo lo comprendiamo, ma camminiamo con lui, speriamo con lui, perchè uomini come lui continuino a lanciare parole che fanno bene a tutti noi.
Così, come solo il sole d’inverno sa stupire, arriva un altro carissimo amico della nostra Fraternità che ci dice di voler condividere con noi e con tutti i giovani un momento di riflessione per invitare tutti il 22 marzo a Latina alla giornata nazionale in ricordo delle vittimie delle mafie. E’ il nostro don Luigi: Don Luigi Ciotti sarà con noi il 28 febbario alle ore 19.
La nostra festa d’inverno si trasformerà in un appuntamento meraviglioso che coinvolgerà Libera, la nostra Fraternità e la Pastorale Giovanile della diocesi di Gaeta. Il tema sarà “La speranza non è in vendita”. Accogliere don Luigi nel nostro porto di terra e i nostri amici di Libera è sempre strada profetica che si fa cammino per noi, chiamare in questa occasione tutti i giovani che vorranno esserci fa diventare questo inverno 2014 davvero speciale. Vi aspettiamo tutti.
Vi lasciamo due riflessioni video per prepararci a questo momento una di Alberto Maggi e una di don Luigi Ciotti.



 

 

 

 

 

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