PROVVIDENZA NELLE SPINE - 25 e 26 Luglio 2020

 

 

La nostra duegiornieunanotte di luglio si trasforma per questo tempo in dueserate.Crediamo che sia importante non rinunciare alla bellezza dello stare assieme e nutrire lo spirito in un periodo frammentato come quello che stiamo vivendo.

Lo vivremo nel nostro giardino di Betania seguendo tutte le indicazioni di sicurezza e per questo vi chiediamo collaborazione e responsabilità.

Bisogna prenotarsi alla segreteria del Monastero entro il 20 luglio e non oltre. Compilando la scheda che troverete presto nel nostro sito e nelle nostre pagine social.

Solo chi ha consegnato la scheda, può partecipare agli incontri.
L'iscrizione è obbligatoria. Posti limitati.

Nello spirito della nostra Fraternità, é totalmente gratuita la partecipazione, chi vorrà potrà fare un offerta libera.

Presto troverete programma dettagliato delle due serate, di sabato 25 e domenica 26 luglio. E le schede per partecipare, sul nostro sito e sulle nostre pagine social. 

La partecipazione alla celebrazione Eucaristica di domenica 26 luglio nel giardino di Betania del nostro Monastero è libera.

Sarà un momento davvero meraviglioso per tutta la Fraternità con ospiti speciali.

Non puoi non esserci.

 

 

ROSANNA VIRGILI

Laureata in filosofia all’Università di Urbino a poco più di 22 anni, ha conseguito il baccalaureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, la licenza in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Si è formata inoltre a Louvain La Neuve, Gerusalemme e Harvard.

Attualmente è Docente di esegesi dell’Antico Testamento presso l’Istituto Teologico Marchigiano aggregato alla Pontificia Università Lateranense.

Tiene conferenze di carattere biblico in tutta Italia e collabora a diverse riviste fra cui CredereParola Spirito e VitaRoccaRicerche Storico Bibliche.

VASCO BRONDI

Le luci della centrale elettrica è il nome del progetto artistico/musicale di Vasco Brondi, nato nel 1984 e cresciuto tra Ferrara e l’Emilia.

Un progetto le cui prime canzoni trovano una forma e una collocazione iniziale nell’omonimo demo autoprodotto nel 2007 distribuito dall’artista direttamente ai concerti. Si tratta di dieci canzoni, che mettono subito in luce una scrittura originale e una forza espressiva fuori dal comune, e per questo non passano inosservate.

In una cittadina, Ferrara, in cui è difficile non conoscersi e impossibile non incontrarsi, la strada di Vasco Brondi incrocia quella di Giorgio Canali, chitarra disturbata dei CSI e musicista sui generis, ruvido e radicale nell’approccio. Nasce così “Canzoni da spiaggia deturpata”, il primo album de le luci della centrale elettrica prodotto in collaborazione con Canali e pubblicato da La Tempesta, una delle principali labels indipendenti italiane, creata dei Tre Allegri Ragazzi Morti. L’album, che sfoggia in copertina una splendida illustrazione di Gipi, ottiene ottimi riscontri, al punto da ricevere il Premio Tenco nella categoria “Migliore opera prima”, oltre alle copertine di alcune riviste specializzate (Rumore, Blow up), mentre sono più di cento i concerti del tour che presenta il disco, facendo tappa in club e festival prestigiosi. “Canzoni da spiaggia deturpata” sarà anche inserito al sesto posto nella classifica dei dischi del decennio stilata dal magazine Rolling Stone a dicembre del 2010, primo degli italiani.

Quello di Vasco Brondi è un percorso di formazione onnivoro, la cui forza è rappresentata dal confluire di linguaggi artistici diversi e complementari nel divenire degli scenari tecnologici: la musica, naturalmente, il cinema, il fumetto, il videoclip, l’illustrazione, la pittura, la danza e la scrittura da un lato. Internet, i blog, l’esplosione dei social network dall’altro. Così mentre “Per combattere l’acne”, forse la canzone più popolare contenuta sul suo album d’esordio, trova posto nella colonna sonora del film di Federico Rizzo “Fuga dal call center” (2009), non sorprende poi tanto che il successore del primo album de le luci non sia un nuovo disco ma un libro, raccolta di alcuni post scritti per il suo blog insieme ad altre pagine inedite, pubblicato in quello stesso anno a nome Vasco Brondi e intitolato “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero” (Baldini&Castoldi).

La concomitanza tra l’uscita del libro e il momento in cui l’espressione “anni zero” assume per i media una valenza generazionale fa sì che Vasco Brondi/le luci, insieme a una schiera di nomi nuovi della scena musicale e artistica, si trovino ad essere, di quella generazione, i nomi di riferimento più immediati.

Ma in verità, lungi dal sintetizzare un decennio, le luci della centrale elettrica hanno appena iniziato il loro viaggio. Nuove canzoni prendono forma e confluiscono nel secondo album, “Per ora noi la chiameremo felicità” (2010), titolo/citazione e omaggio a Leo Ferré. Il compito di illustrare la copertina dell’album tocca questa volta al disegnatore Andrea Bruno, mentre Michele Bernardi, già al lavoro sul videoclip di “Per combattere l’acne”, realizza il clip di “Quando tornerai dall’estero”, uno dei brani di punta del nuovo lavoro. L’altro videoclip del disco è per “Cara catastrofe” attualmente quasi un milione e mezzo di visualizzazioni su youtube.

All’uscita dell’album segue un tour che dura quasi un anno e mezzo, impreziosito da alcune importanti esperienze, come quella che vede Vasco Brondi aprire nel 2011 i concerti del tour di “Ora” di Lorenzo Cherubini Jovanotti, fino ad arrivare al gran finale, a luglio, nella splendida cornice dello Stadio Olimpico di Roma. Sempre a luglio, nel corso del Traffic Festival di Torino, le luci della centrale elettrica si esibiscono sullo stesso palco con uno degli artisti più stimati da Brondi, Francesco De Gregori.

Prima di chiudersi, il 2011 ha ancora il tempo di regalare un paio di sorprese. La prima arriva da una canzone intitolata “Un campo lungo cinematografico”, scritta per “Ruggine”, un film del regista Daniele Gaglianone che vede tra i suoi interpreti Filippo Timi, Valerio Mastandrea, Stefano Accorsi e Valeria Solarino, presentato al Festival del Cinema di Venezia. Sempre al Festival del Cinema di Venezia di quell’anno viene presentato il documentario “Piazza Garibaldi” di Davide Ferrario che per i titoli di coda sceglie “L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici”, canzone presente in “Per ora noi la chiameremo felicità”.

La seconda è la pubblicazione di un EP intitolato “C’eravamo abbastanza amati”, realizzato in collaborazione con il mensile XL (che dedica a Vasco Brondi anche la copertina del numero di dicembre) e a cui segue un’ultima ripresa del tour. L’album contiene, oltre alla canzone inedita da cui prende il titolo, anche alcune cover e versioni live di brani registrati al Teatro Romano di Verona e arricchiti dalla presenza di ospiti come Manuel Agnelli (Afterhours) e Rachele Bastreghi (Baustelle). La copertina è curata da un altro importante illustratore, Marco Cazzato.

A confermare il legame stretto tra Vasco Brondi e il mondo dell’illustrazione arriva poi, alla fine del 2012, il volume “Come le strisce che lasciano gli aerei” (Coconino Press/Fandango Libri), una graphic novel incentrata sugli incontri dei tre personaggi, Micol (il cui nome omaggia la protagonista de “Il giardino dei Finzi-Contini”, romanzo di un altro ferrarese illustre, Giorgio Bassani), Rachid il nordafricano e Rico. Come spiega Brondi: “È soprattutto una storia sulle partenze, sull’ansia di andarsene che è la stessa in posti così lontani e in persone con percorsi così diversi. Come dire che a volte non c’è una destinazione chiara ma ci sono insofferenze e sogni precisi”. Il fumetto riprende la collaborazione con Andrea Bruno, e viene presentato in anteprima al Festival di Internazionale a Ferrara.

Il 2012 è, per il resto, un anno nel corso del quale Vasco Brondi viaggia molto tra Europa e Stati Uniti, dove si trasferisce per alcuni mesi vivendo tra New York e San Francisco. Parallelamente ai viaggi inizia a scrivere e a raccogliere le idee che costituiranno il primo nucleo del nuovo lavoro. Segue, una volta tornato in Italia, la fase di scrittura vera e propria del disco, interrotta soltanto dalle tre rappresentazioni di uno spettacolo intitolato “Cronache emiliane. Letture elettrificate, colonne sonore e fotografie”, una sorta di viaggio in Emilia che alterna musiche originali, cover stravolte e testi di Gianni Celati, Pier Vittorio Tondelli e Luigi Ghirri con le fotografie di quest’ultimo utilizzate come scenografia. Lo spettacolo è anche un modo di tributare un omaggio alla sua terra, l’Emilia, colpita duramente dal terremoto avvenuto un anno prima, nel maggio del 2012.

L’estate del 2013 coincide con l’inizio delle registrazioni del nuovo album, la cui lavorazione prosegue nel corso dei mesi autunnali. Il lavoro di produzione artistica è affidato a Federico Dragogna (Ministri) e allo stesso Vasco Brondi, mentre gli arrangiamenti dei fiati e degli archi portano la firma di Enrico Gabrielli (Der Maurer, Calibro 35). L’album viene registrato tra Ferrara, Bassano del Grappa e Milano, dove finisce di essere missato nei primi giorni del 2014.

“Costellazioni”, questo è il titolo del terzo lavoro di studio de le luci della centrale elettrica, è stato pubblicato il 4 marzo 2014 con un artwork realizzato da un altro grande artista visuale come Gianluigi Toccafondo.
Il disco ha debuttato al secondo posto della classifica FIMI/GFK, primo tra gli italiano.

All’uscita del disco ha fatto seguito un tour di sessanta concerti.

Nel 2015 firma con Lorenzo Jovanotti il brano “L’estate addosso” che diventa il brano più trasmesso dalle radio nell’estate dello stesso anno.

Ad aprile del 2016 viene pubblicato dalla neonata casa editrice “La Nave di Teseo” il libro “ANIME GALLEGGIANTI, DALLA PIANURA AL MARE PASSANDO PER I CAMPI”, scritto con Massimo Zamboni.

Il nuovo album, TERRA, viene pubblicato nel marzo del 2017: l’album è stato votato tra i migliori dischi dell’anno nel referendum del periodico del Sole24Ore “IL” mentre la canzone “Chakra” è stata votata dal sito rockit.it la seconda canzone italiana più bella del 2017.

Il 17 settembre 2018 viene annunciato un singolo in uscita il 21 settembre, Mistica, il quale accompagnerà la pubblicazione di un doppio disco il 5 ottobre, la raccolta 2008/2018, tra la Via Emilia e la Via Lattea che contiene  due  brani inediti, Mistica e Libera. Il 3 ottobre Brondi comunica che quest’album sarà l’ultimo lavoro che porterà il nome del progetto, che vedrà la sua fine in seguito ad un tour nei teatri in tutta Italia.
A novembre, in concomitanza con l’inizio del tour, esce per La Nave di Teseo il libro “2008-2018: dieci anni tra la via Emilia e la via Lattea” che contiene tra gli altri i contributi di Lorenzo Jovanotti, Francesco De Gregori, Daria Bignardi e tanti altri.

Simone Cristicchi
nasce a Roma nel 1977. Con lui cresce il suo cespuglio di capelli sotto il quale maturano parallelamente la passione per il disegno e il fumetto ( è stato allievo del grande Jacovitti ), e un amore autentico per la canzone d’autore e non solo italiana: infatti oltre a Rino Gaetano, Franco Battiato, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Lucio Battisti, Sergio Endrigo, Paolo Conte, Fabrizio De Andre’, Vinicio Capossela, l’adolescente Simone ascolta Chico Buarque, Caetano Veloso, Nick Drake, Jeff Buckley e Syd Barrett, inquieta anima dei primi Pink Floyd.

Nel 1998, a 21 anni, il nome di Simone Cristicchi inizia a circolare tra gli addetti ai lavori e nell’estate incontra il suo produttore Francesco Migliacci.

Nel settembre del 2003 vince a Crotone il Cilindro d’ Argento, premio per cantautori emergenti nell’ambito del Festival “Una casa per Rino” dedicato a Rino Gaetano nella sua citta’ natale. Da qui inizia, al seguito dei CiaoRino, ottima cover band romana del cantautore del “nonsense”, una intensa attivita’ live destinata a continuare con Max Gazze’, Niccolo’ Fabi, Marlene Kuntz, artisti dei quali apre  i rispettivi concerti.

Il 2005 e’ l’ anno dell’ affermazione: in gennaio la firma del contratto discografico con Sony Bmg; ad aprile l’uscita del fortunatissimo singolo “Vorrei cantare come Biagio“, curiosa canzone, ironico e raffinato j’accuse ai meccanismi dell’industria discografica. La canzone arriva rapidamente nelle zone alte della classifica radiofonica e di vendita dei singoli: si aprono le porte del Festivalbar, e dopo quattro esibizioni arriva la serata finale del 14 settembre all’ Arena di Verona.

Nel corso del 2005 arriva  una vera e propria pioggia di premi e riconoscimenti: vince il Premio Musicultura ( gia’ Premio Recanati ) e anche la Targa della critica con il brano “Studentessa universitaria” che verrà inserito nell’album di debutto; e’ tra i vincitori del Premio Giorgio Gabernell’ambito del Festival del Teatro Canzone di Viareggio. Vince ancora il Premio Carosone come migliore canzone ironica; si rivela “artista dell’anno” nel Festival “Dallo Sciamano allo Showman” ( Premio Renzo Bigi Barbieri); vince, nell’ordine, il Premio Nielsen, il Premio Charlot ( migliore canzone comica), il Premio Mei (Artista rivelazione ), il Premio Internazionale delle Arti Leone d’Argento di San Marco, il Premio della critica di Musica e Dischi, il Premio Lunezia.

Il 23 settembre, preceduto dal secondo singolo “Studentessa universitaria”, momenti di vita e solitudine di una “fuori sede” descritti con grande sensibilita’,  esce il  primo album “Fabbricante di canzoni”. Simone ha finalmente modo di rivelare, in una generosa manciata di canzoni di immediata comunicazione, le sue due anime: quella gia’ nota, irriverente, ironica, e quella intima, poetica, osservatrice dei sentimenti, diretta erede della sua formazione legata alla grande canzone d’autore. Una appartenenza che nel disco si dichiara a livelli altissimi nel duetto con Sergio Endrigo “Questo è amore”, una emozione pura firmata dal grande artista istriano che purtroppo scompare prima di potersi  riascoltare nel disco di questo giovane intelligente che ha la rara qualità di essere autenticamente trasversale in senso  generazionale. Nel disco compare anche, nella ghost track, il suo alter ego Rufus, creatura orribile che si impossessa del Cristicchi “buono” e romantico per rivelarsi in tutto il suo cinismo e malvagita’. Il personaggio talvolta irrompe, non atteso, negli spettacoli di Simone: un Mr.Hide comico, fantasma di un palcoscenico che Simone domina a meraviglia.

“Fabbricante di canzoni” riceve critiche lusinghiere in Italia e all’estero, tra cui una in particolare, quella del settimanale americano “Stylus Magazine” che, selezionato il disco come “album of the week” ( non accadeva dal 2003 per un disco italiano), così si esprime attraverso la recensione del critico Edward Oculicz: “Mentre la maggior parte degli artisti ha bisogno di guest-DJ, di un guest-rapper o di una sezione di archi per diversificare la musica ed introdurre un elemento di novità, Simone Cristicchi sembra creare entrambe queste cose praticamente dal nulla, attingendo dal folk, dal rap, dallo swing, dalle radio fm, dalle radio pop ed anche da ballate non sdolcinate e con leggero e spensierato abbandono, per realizzare uno dei più originali ed affascinanti album di debutto di cui si ha memoria recente. E realizza tutto ciò essenzialmente con una chitarra ed una fisarmonica, sintomo questo di inventiva, se non di genialità. Il pop mediocre di tutto il mondo trova facile successo nelle classifiche italiane. Se ci fosse giustizia, questo sublime ed originale pop trascenderebbe la lingua e scalerebbe le classifiche di tutto il mondo. Se così non sarà, sarà un vero peccato. Simone Cristicchi è un talento sorprendente il cui cammino artistico sarà interessante e divertente tenere sott’occhio se la consistente qualità di “Fabbricante di canzoni” avrà un qualche seguito”.

Al di là dei Festivalbar, delle suonerie scaricate a centinaia di migliaia e dei premi, parallelamente cresce la  fama del Simone Cristicchi comunicatore, che lo porta a un mini  tour in varie Università Italiane (Catania, Arezzo, Bologna, Perugia) iniziando da Roma dove è invitato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza.

Il 2006 si apre nel segno di un maestro incontrato e perso troppo presto: Sergio Endrigo. Quel maestro che Simone si è già trovato ad omaggiare in ottobre a Domenica In  con una sua bellissima versione di “Io che amo solo te”. L’11 gennaio Simone Cristicchi è infatti sul palcoscenico della Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma per la serata tributo al grande artista per cantare “Questo è amore”, la “loro” canzone.

Così arriva al Festival Simone Cristicchi, il “caso” Simone Cristicchi, la “rivelazione” Simone Cristicchi, il “tormentone” Simone Cristicchi ( “tormentone sì, ma per caso”, precisa lui ), il pluripremiato Simone Cristicchi. Ci arriva idealmente con quella sua valigetta da commesso viaggiatore, quasi fosse una delle tante tappe della sua lunga tournée che dalla scorsa estate colleziona successi in tutte le città italiane. Ma che si tratti di folle oceaniche o delle attente platee di piccoli locali, teatri, università, questo cantautore che mette in scena i paradossi della vita, o forse questo bizzarro attore prestato alla canzone, si mette a parlare/cantare  nel suo modo stralunato eppure tremendamente lucido. Lo farà anche sul palcoscenico del Teatro Ariston dove porta “Che bella gente”, una canzone scritta insieme ad una sorta di alter ego femminile (anche nel nome: Simona Cipollone ), nata nel clima del suo spettacolo a metà tra teatro e canzone ( evidente il riferimento ad uno dei suoi grandi maestri, Giorgio Gaber ) “Centro di igiene mentale”.  E così come lo spettacolo è spiazzante, divertente e provocatorio, anche questa canzone lo è con una direzione obbligata: quella di far riflettere. Che bella questa gente che capisce tutto e che ha pistole con proiettili di malignità…questa gente che ti fa un mucchio di domande per usarle poi contro di te…questa gente che aspetta soltanto un tuo passo falso…Ma chi è questa “bella gente” ? I “normali”, naturalmente, tutti noi. Allora meglio “i matti che dicono quello che pensano e non accettano ricatti e compromessi e non si confondono con gli altri/ nel bene e nel male rimangono se stessi”. Puro Cristicchi style.

In estate riprende il tour “Fabbricante di Canzoni” legato all’album di esordio che a fine anno porta al suo autore l’ennesimo riconoscimento da aggiungere al suo medagliere: la prestigiosa Targa Tenco 2006 per il miglior album di debutto votata in modo quasi plebiscitario dalla numerosa giuria di giornalisti.

Archiviata – ma solo per il momento – la prima esperienza sanremese, Simone Cristicchi continua per i primi mesi del 2006  il suo tour teatrale che, data dopo data, fa diventare sempre più conosciuti i protagonisti dei monologhi e delle canzoni del suo spettacolo dal forte impatto civile e sociale. Persone incontrate realmente nel corso di diverse esperienze di volontariato, altrettante voci del disagio mentale e della vita manicomiale, portatori “sani” di una sensibilità esasperata, talvolta disperata, quanto tenerissima. Queste le parole di Cristicchi: “Centro di Igiene Mentale” è per me una vera “Nave dei Folli” alla deriva, in continuo mutamento, e me la vedo viaggiare fortunatamente senza destinazione alcuna…”. Persone, non pazienti, che sono anche al centro di un documentario sugli ex manicomi ideato sempre da Simone, ma soprattutto  del successo editoriale “Centro di Igiene Mentale”  che Mondadori  pubblica a febbraio 2007: un esordio narrativo brillante basato su testimonianze “dirette”, su poesie e lettere mai spedite (spesso censurate), su documenti preziosi, alcuni dei quali risalenti ai primi del 1900, che ancora oggi mantengono una straordinaria umanità e attualità. Il libro viene ristampato in versione “Oscar Mondadori” e arriva a vendere 80.000 copie.

Alla 57° edizione del Festival di Sanremo presenta “Ti regalerò una rosa”. Una canzone non canzone in forma di lettera lacerante e commovente, microstoria di quel microuniverso della follia che tanto lo appassiona. Vince il Festival e riceve anche il premio della Critica e il premio Radio Tv. L’album si aggiudica il disco d’oro con un tour 2007 che conta più 100 eventi live.

Nel 2008 si avvicina al mondo della musica popolare grazie all’incontro con Ambrogio Sparagna: nasce così il tour “Canti di vino, amore ed anarchia” che vede la stimolante collaborazione con il Coro dei Minatori di Santa Fiora.

Il Tour del 2009 tocca 40 città e importanti teatri (Arcimboldi di Milano, Auditorium di Roma, Concertone della Notte della Taranta, Premio Ciampi), e vanta prestigiosi ospiti che salgono sul palco: Andrea Camilleri, Laura Morante, Alessandro Benvenuti, Ginevra Di Marco, Erri De Luca.

Nel 2010 ancora il 60° Festival di Sanremo 2010 lo vede tra i protagonisti con il brano “Meno Male” estratto dal suo terzo album “Grand Hotel Cristicchi”. Il gossip a tutti i costi ed il divertissement senza acume distoglie dai problemi reali politici e sociali di un paese e Carla Bruni non è che il piatto forte del gossip italiano ed europeo del 2010, con la sua relazione con il presidente della repubblica francese Sarkozy.

Il tour del 2010, si sviluppa, come d’abitudine di Cristicchi, in molteplici forme: dal Grand Hotel Cristicchi Live Rock al Grand Hotel Cristicchi con gli Gnu Quartet in formazione terzetto d’archi e flauto traverso, fino alle repliche del Cim – Centro di Igiene Mentale agli eventi in combine con Il Coro dei Minatori di Santa Fiora e tanto per non farsi mancar nulla….ecco che da metà 2010 prende vita una nuova avventura di Cristicchi: “Li Romani in Russia”, non prima di vedersi vincitore del Premio Mogol 2010, ex aequo con Edoardo Bennato, come miglior testo per “L’ultimo valzer”.

Il 2010 prende il via il nuovo spettacolo teatrale “Li Romani in Russia”, basato dall’omonimo libro di Elia Marcelli. Si tratta di un monologo dal forte impatto emotivo, che racconta la tragica Campagna di Russia del 1941-43 attraverso la voce di chi l’ha vissuta in  prima persona.

Un teatro “civile” che non dimentica la lezione dei grandi esponenti del teatro di narrazione (Paolini, Celestini, Perrotta), ma si presenta “nuovo”, soprattutto nella forma, utilizzando la metrica dell’Ottava classica (quella delle grandi opere dell’epica) e il dialetto romanesco, a rendere  il racconto ancora più schietto e veritiero.

Lo spettacolo che ha debuttato nel Novembre 2010 per la regia di Alessandro Benvenuti, non manca di sorprendere nuovamente per la grande capacità di Cristicchi di calarsi con grande sensibilità e presenza scenica in un monologo di un’ora e venti con il solo Cristicchi a tenere inchiodato il pubblico, calandolo in uno dei momenti più tragico-grotteschi della storia italiana.

Nel 2011 vincitore del Premio Amnesty Italia con il brano “Genova Brucia” e in condivisione con Nino Frassica, conduce per Radio2 il programma “Meno male che c’è Radio2” alternandosi con Frassica tra gag, interventi musicali e conduttore radiofonico.

Sempre nel 2011 la pubblicazione di due libri: “Dialoghi incivili” scritto con Massimo Bocchia ed un’edizione speciale cofanetto di “Santa Fiora Social Club” che raccoglie, in libro e dvd, la splendida avventura di Cristicchi ed il Coro dei Minatori di Santa Fiora, con il racconto di tutto il cammino che portò Cristicchi ed il Coro dalle terre dell’Amiata fino ad esibirsi nelle più grandi piazze italiane e a condividere il palco del Festival di Sanremo.

Nel 2011 realizza la colonna sonora per il film di Francesco Patierno “Cose dell’altro mondo”, presentato al Festival di Venezia, con Abatantuono e Mastandrea tra gli altri. A fine 2011 interpreta per Rai2 la sigla dell’edizione italiana di “Il piccolo principe”.

A febbraio 2012 viene pubblicato da Mondadori “Mio nonno è morto in guerra”, un libro che è un vero e proprio affresco di vita e storie di soldati dell’esercito italiano, di partigiani e di civili “vittime” della guerra.

Per l’estate 2012 prende il via il nuovo tour estivo “All inclusive live tour 2012” e le repliche di “Li romani in Russia”.

Nel febbraio 2013 partecipa alla 63° edizione del Festival di Sanremo con i brani "Mi manchi" e "La prima volta che sono morto", nel frattempo 14 febbraio) esce "Album di famiglia": il quarto album di inediti.

Per la prossima stagione Cristicchi, ancora in scena teatrale, porterà in tour lo spettacolo “Mio nonno è morto in guerra”. Cristicchi darà vita a 14 sedie, accatastate in scena, che racconteranno 14 storie toccanti, e velate in alcuni casi di cruda ironia, di 14 piccoli eroi quotidiani che hanno attraversato o sono stati attraversati da un terremoto della Storia: la seconda guerra mondiale.

Il 22 ottobre 2013 debutterà "Magazzino 18", al Teatro Rossetti di Trieste prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Promo Music per la regia di Antonio Calenda: un nuovo spettacolo incentrato sull'esodo degli istriani, fiumani, dalmati e giuliani.

 

www.simonecristicchi.it


 

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