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La
preghiera: nel
silenzio e nell’ascolto l’uomo riesce
a dialogare con se stesso e con Dio. Una preghiera
semplice, fatta di poche parole e di contemplazione
della stessa creazione. Crediamo che la contemplazione
può offrire un grande aiuto al progresso
psico-affettivo dell’uomo, spesso inquinato
da schemi superiori, troppo alti, fermando così
una evoluzione semplice e naturale. A volte è
mancata una conoscenza sperimentale del Vangelo
e dell’esperienza di Dio. L’ audacia
di chi è fedele alla preghiera, porta il
frutto della presenza simultanea in lui di dolcezza
e forza, di sobrietà e libertà.
Più questo mondo ha bisogno di Dio, più
urgente diventa il dovere di una regolarità
di preghiera quotidiana, di silenzio, e di disponibilità
all’ ascolto profondo. Noi passiamo vite
intere ad aspettare che la verità ci parli,
ci educhi; il silenzio e la preghiera non sono
un metodo ma un maestro che porta a maturare al
momento giusto. La preghiera è un avventura
pericolosa. Non possiamo intraprenderla senza
rischio. Il rischio è quello di un mutamento
radicale di vita. Nel monastero vogliamo provare
a percorrere quest’avventura, proponendo
soste di preghiere semplici: lode del mattino
che accompagnano l’alba e lode della sera
che ci raccoglie al tramonto, ascolto della Parola
di Dio, veglie nella notte, per vivere tra le
radici dei nostri giorni e le ali del nostro domani.
E allora: «Il Signore sarà la
tua vita e anche nel deserto sazierà l'anima
tua e darà vigore alle tue ossa e tu diventerai
come un'oasi, come una sorgente che mai secca
e potrai ricostruire le rovine antiche, risollevare
i fondamenti delle passate generazioni»
(Isaia). |
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Il
pensiero: dalla sua nascita il monastero
è stato sempre crocevia di pensiero e di
spirito. Un luogo dove la fede si rinsalda con
la vita. Uno spazio di elaborazione e di creatività,
dove lo studio e la ricerca diventano linfa per
contribuire alla crescita culturale dell’
umanità, sia in campo teologico, che scientifico,
che umanistico. Nella nostra esperienza vorremmo
far rivivere questa intuizione: essere un piccolo
“laboratorio di pensiero”,
dove ogni uomo e donna, credente e non credente,
possa trovare uno spazio di studio e di confronto
per arricchirsi culturalmente su temi che interesano
l’ uomo e Dio. Crediamo che in questo tempo
sia necessario stimolare il nostro pensiero e
formare una coscienza critica davanti alle domande
di senso, e ai problemi concreti del vivere quotidiano.
Una particolare attenzione è data agli
studi e agli approfondimenti della Sacra Scrittura.
Così la proposta diventa concreta organizzando
corsi, settimane di studio e di confronto, incontri. |
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Il
lavoro: Oggi la nostra vita è
un continuo migrare e migrare è sempre
smantellare il centro del mondo per entrare in
un mondo perduto e disorientato di frammenti.
Dio è sempre molto attento ai dettagli
e ai frammenti: agli occhi, ai gesti,
a come si fanno e si dicono le cose, al granello
di senape, alla pecora perduta, allo spicciolo
della vedova. In ogni momento di frantumazione
e di crisi Dio ci chiede di partire dai frammenti
e dai dettagli per riprendere il cammino e la
nostra dignità.
L’attenzione ai particolari appartiene a
uno stile di vita orientato all’interiorità
e al lavoro manuale; Ogni fiore, casa, amore,
lavoro è iniziato dal palmo di una mano.
“La pelle del palmo ha memoria tenace”.
Crediamo che il lavoro manuale degli antichi monasteri,
possa essere un sentiero percorribile per chi,
nei nostri giorni è travolto dalla frenesia
e dall’ agitazione della vita, spento dall’eccesiva
“tecnologia”e stanco di non
riuscire più a fermarsi, per godere delle
sfumature dell’ esistenza. Un’etica
della terra, coltivare e custodire il giardino
(cfr. Genesi), vivere quell’impegno
che Dio alla creazione del mondo ha affidato agli
uomini e alle donne di buona volontà; ritornare
alle nostre radici tramite piccoli lavori manuali,
a contatto con la terra, con materiali che la
stessa creazione offre. Recuperare quei ritmi
lenti di attesa e di calma del contadino. Ritornare
fedeli alla terra, ai suoi tempi, alle sue bellezze.
L’ idea così si fa concreta nel monastero
proponendo esperienze di lavoro manuale, coltivando
e avendo cura del agrumeto e degli ulivi; proponendo
corsi di artigianato, di iconografia e di fantasia. |
Queste
tre piccole vie possibili:
preghiera, pensiero e lavoro vissute nello spirito di
amicizia e di fraternità evangelica, con tutte
le persone che sosteranno per un po’ in questo
luogo e poi ripartiranno nella loro storia e nella loro
vita. Pensiamo che oggi sia urgente tornare a scegliere
e smettere di vivere per contrarietà, perché
senza una storia di scelte nessuna dimora può
essere una casa. Ad abitare un luogo così intensamente,
dopo un po' senti che l’amore non è un
luogo, ma un modo di vivere, e la tua casa non è
più l’abitare, ma la storia non detta di
una vita vissuta.
Dobbiamo tornare ad abitare la vita per far sì
che non si ripeta la triste liturgia delle stesse parole
e dei gesti di chi consuma. Abitare la vita è
permettere all’altro di abitare con te in un “luogo”
che non pretende una chiarezza senza ombra, un’identità
senza divenire, un posto fisso.
L’altro in noi deve restare di carne, vivo, mobile,
senza mai trasformarlo in un’idea; bisogna scoprire
i gesti o le parole che toccano l’altro nella
sua alterità. Abitare è essere capaci
di risparmiare in noi un luogo non solo per l’altro,
ma per la relazione con lui, creare uno spazio libero
in cui ciascuno si possa sentire a casa. Questo piccolo
passo vuole essere la fraternità del monastero
San Magno, un porto di terra.
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